L'incarico al cardinale Agostino Vallini quale nuovo Vicario di Roma e' stato affidato “tenendo conto della sua esperienza pastorale, maturata dapprima quale Ausiliare nella grande Diocesi di Napoli e poi come Vescovo di Albano; esperienze a cui egli unisce provate doti di saggezza e di affabilità”. Lo ha detto il Papa nell'udienza che ha tenuto questa mattina in Vaticano ricevendo gli Officiali del Vicariato di Roma per il congedo del cardinale Camillo Ruini da Vicario generale per la diocesi capitolina. Il Pontefice ha rivolto il suo augurio al card. Vallini, nominato contestualmente Arciprete della Basilica di San Giovanni in Laterano e Gran Cancelliere della Pontificia Università Lateranense. “La incoraggio - ha detto Benedetto XVI - ad esprimere in pienezza il Suo zelo pastorale e Le auguro un sereno e proficuo ministero, nel quale “sono certo” potrà avvalersi della costante e generosa collaborazione dei Vescovi ausiliari e di tutti i sacerdoti, i religiosi e i laici che lavorano nel Vicariato di Roma. Approfitto anzi di questa felice circostanza, cari fratelli e sorelle, per manifestare a tutti voi, che operate negli uffici centrali della diocesi, la mia viva riconoscenza e il mio incoraggiamento a fare sempre meglio, per il bene della Chiesa che e' a Roma”.
Il Card. Vallini, dal canto suo, ha affermato nella prima intervista concessa alla Radio Vaticana da vicario di Roma: “Per conoscere la realtà di Roma ho bisogno di un periodo di noviziato”, nel quale “chiederò aiuto a tutti, a cominciare dal vicegerente, dai vescovi ausiliari, dai prefetti, dai sacerdoti”. “Chiederò consiglio - ha aggiunto - al Cardinale Ruini, che conosce molto bene la realtà. Dopo di che insieme al Consiglio episcopale vedremo come muoverci, sottoponendo al Santo Padre le scelte che sarà opportuno prevedere”. Quanto alla necessaria collaborazione con le autorità civili, per Vallini “la Stella Polare è la dottrina del Concilio” che chiede “rapporti di collaborazione leale, sincera e di un comune impegno per il bene comune”. “Lo vediamo - ha aggiunto - anche camminando per la strada: c'è tanta gente che soffre. In questo senso la dimensione della Caritas, che per noi non è l'elemosina o l'occasionale aiuto, ma è un'espressione dell'amore di Gesù, paziente nella vita delle persone, dei fratelli sofferenti, sarà un punto sul quale continueremo, come sempre Roma ha fatto, in modo molto lodevole”. Nell'intervista, Vallini ha poi espresso nuovamente “gratitudine” a Benedetto XVI per la fiducia ma anche “trepidazione”, perché, ha spiegato, “Roma è una grande Diocesi ed è la Diocesi in cui è vescovo il Romano Pontefice: collaborare dunque al fianco del Papa, certamente chiede una maggiore attenzione e responsabilità. Spero di mettercela tutta”. Soffermandosi infine sulle indicazioni ricevute dal Papa, Vallini, ha spiegato che il richiamo affinché la Diocesi si mobiliti per far fronte all'emergenza educativa, “dal punto di vista pastorale si traduce innanzitutto nel bisogno di una più attenta, articolata e profonda evangelizzazione. Poi - ha elencato - ci sono gli altri aspetti che riguardano una pastorale familiare, la pastorale giovanile e il collegamento anche con le istituzioni civili, con altre agenzie formative, come oggi si usa dire, cioè luoghi formativi dove agire in sinergia, per quanto pastoralmente ci sarà possibile, è un dovere per il bene dell'uomo”.
Nel giorno del suo addio da vicario del Papa (27 giugno 2008) il Cardinale Camillo Ruini saluta i sacerdoti di Roma, insieme con i religiosi e i laici della Diocesi, e li definisce “compagni di una bella avventura”. “È con sentimento di grandissima gratitudine, e con qualche emozione, che prendo la parola oggi davanti a Vostra Santità, per ringraziarla della fiducia tanto generosamente accordatami in questi anni”, ha detto Ruini, solitamente freddo nelle sue pubbliche apparizioni, al momento di salutare il Pontefice, che lo ha ricevuto in Vaticano con il suo successore, il Cardinale Agostino Vallini. “Mi permetta, Santo Padre, di rinnovare davanti a lei l'espressione della mia profonda, vivissima riconoscenza ai vescovi, ai sacerdoti, ai religiosi e alle religiose e ai tanti laici che hanno operato con me in questi anni e che ora sono qui con noi”, ha detto Ruini. “Sono stati per me, molto prima che dei collaboratori, degli amici, e se mi è consentita un'espressione un po' scherzosa, dei compagni di una bella avventura”, ha quindi affermato il porporato romagnolo visibilmente emozionato.
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