Josef Friedl, sacerdote e "decano" (da noi diremmo vicario foraneo o qualcosa del genere) della ormai ben nota diocesi di Linz, è uno dei membri del collegio di decani diocesani che per primi insorsero contro la nomina a vescovo ausiliare di Gerhard Wagner, raccogliendo un voto quasi unanime di rigetto e sfiducia contro quest'ultimo. Alla fine, la protesta come noto è riuscita a costringere don Wagner a rinunziare all'incarico.
Apprendiamo ora qualcosa che probabilmente spiega tanto accanimento contro un sacerdote assolutamente ortodosso e di chiari principi morali: il decano Friedl ha pubblicamente ammesso in un incontro, organizzato dal Partito dei Verdi, di avere una "compagna" con la quale convive normalmente, dichiarando di rifiutare il celibato obbligatorio.
Ha aggiunto che tale comportamento è pienamente conforme alla sua coscienza e che nessuno nella sua parrocchia di Ungenach se ne fa un problema.
Secondo un rapporto di Der Welt, parecchi altri decani della diocesi di Linz hanno ignorato de facto l'obbligo del celibato. Si comprende quindi agevolmente come avere un vescovo come Wagner avrebbe costituito una prospettiva poco tranquillizzante per coloro che hanno tutto l’interesse di mantenere questo scandaloso andazzo.
Commenta in proposito un cattolico locale: «Il parroco G. Wagner, che ha rinunciato alla sua nomina a vescovo a causa di chiare pressioni di un certo clero lassista e progressista, é un prete esemplare, molto popolare tra la gente comune, non solo tra i devoti “conservatori”.
Basti pensare che nella sua parrocchia di Windischgarsten ci sono 200 chierichetti, tutti maschi, che servono all’altare. Non so se si troverà facilmente un altro prete come lui.
Il "decano" Friedl è il suo contrario e, purtroppo, non é un caso isolato. Il clero progressista di Linz, e di altre diocesi austriache, considera il celibato come una semplice “raccomandazione”, non già come un dovere, connesso alla loro scelta di vita. Questi preti che ruotano attorno alla curia per i loro compiti direttivi, formano una specie di diga mafiosa che contrasta in tutti i modi i loro confratelli fedeli (ce ne sono tanti!) tenendoli ben lontani dagli uffici vescovili e dai posti di comando: e arrivano a ciò anche ricorrendo a vere e proprie pressioni sui loro vescovi. Se poi anche qualche laico cattolico volesse denunciare tali circostanze alle autorità ecclesiastiche competenti, i suoi esposti non arriverebbero mai al destinatario, come è successo in molti casi, perché sistematicamente intercettati e filtrati da questa mafia che non concede appuntamenti, non trasmette messaggi, non dà seguito a nessuna iniziativa, lasciando così cadere la cosa.
Purtroppo dal 1952 - con una parentesi dall’86 al 91 al tempo dei nunzi M. Cecchini e D. Squicciarini - i vescovi ordinati in Austria sono stati quasi tutti o loro stessi progressisti (Koenig, Stecher, Weber, Aichern, Zak, Ibi), oppure, pur essendo dei vescovi devoti e ineccepibili sul piano personale, sono stati comunque troppo deboli per poter affrontare energicamente questa mafia modernista (si veda per esempio l'attuale vescovo di Linz, L.Schwarz, sicuramente migliore del suo predecessore, ma non ancora in grado di nuotare decisamente contro corrente). Molto bravo é anche il vescovo ausiliare di Salisburgo, Andreas Laun, che ha tra l’altro difeso la candidatura vescovile del reverendo Wagner. I cattolici fedeli in Austria ci sono, e sono tanti: tutti indistintamente addolorati per questo atteggiamento moralmente indegno di molti loro preti. L'unico filo di speranza é che il Santo Padre ci dia vescovi cattolici degni di questo nome».
(Fonte: Cathcon, 8 marzo 2009)
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