giovedì 5 maggio 2016

Due anni con Papa Francesco: icona pop o Romano Pontefice?

Il Papa dei poveri, il Papa della misericordia, il Papa delle periferie, il Papa che scuote la Chiesa, il Papa che piace alla gente…
Quanti ne abbiamo letti di questi titoli in due anni! Ma davvero Papa Francesco, al secolo Jorge Bergoglio, è una specie di “icona pop” che serve solo a fare campagna mediatica per l’immagine della Chiesa cattolica? 
Io penso che il Papa sia ben altro. 
Gli stessi media che hanno massacrato Benedetto XVI con della cattiverie banali, senza minimamente pensare a cosa davvero facesse per la Chiesa, ora esaltano Francesco. 
Il sospetto è che l’unico loro scopo sia quello di mettere in difficoltà la Chiesa cattolica che è il Popolo di Dio con il Papa, i vescovi, i sacerdoti, i diaconi, i consacrati e i  laici, come ci ricorda il Concilio Vaticano II.
Per capirlo basta leggere la pubblicistica su Papa Francesco. 
È tutta dedicata al suo modo di parlare, di baciare i bambini, di salutare i malati, di fare battute. Ma si parla pochissimo delle sue catechesi. Si trovano ovunque le buone battute da parroco sulle chiacchiere, sui nonni, e altro, quello spirito porteño che si porta nel cuore, sul suo parlare uno strano italiano che sa di emigrante, ma poi pochissimi leggono con attenzione alcuni passaggi “scomodi” dei suoi discorsi. 
Per cui addirittura viene frainteso e considerato un “progressista”, ammesso che questa categoria nella Chiesa abbia ancora un senso.
Faccio solo qualche esempio. Il Papa parla spesso di “ Chiesa gerarchica”. Una espressione che sembra poco “moderna” o poco “ misericordiosa”. Ma che è in effetti semplicemente l’insegnamento di Sant’ Ignazio di Loyola, che il Papa ripete spesso. La prima volta l’ha usata il 23 aprile del 2013 il giorno del suo onomastico, San Giorgio, nella omelia della messa celebrata con i cardinali nella Cappella Paolina in Vaticano.
Alla Santa Madre Chiesa Gerarchica il Papa ha dedicato anche una intera catechesi dell’udienza generale del 5 novembre del 2014. Un bellissimo insegnamento, molto “tradizionale”: “Nella presenza e nel ministero dei Vescovi, dei Presbiteri e dei Diaconi possiamo riconoscere il vero volto della Chiesa: è la Santa Madre Chiesa Gerarchica. E davvero, attraverso questi fratelli scelti dal Signore e consacrati con il sacramento dell’Ordine, la Chiesa esercita la sua maternità: ci genera nel Battesimo come cristiani, facendoci rinascere in Cristo; veglia sulla nostra crescita nella fede; ci accompagna fra le braccia del Padre, per ricevere il suo perdono; prepara per noi la mensa eucaristica, dove ci nutre con la Parola di Dio e il Corpo e il Sangue di Gesù; invoca su di noi la benedizione di Dio e la forza del suo Spirito, sostenendoci per tutto il corso della nostra vita e avvolgendoci della sua tenerezza e del suo calore, soprattutto nei momenti più delicati della prova, della sofferenza e della morte.”
Ma di questo si parla poco. Il Papa rimane per i più l’uomo dei selfie che abbraccia i bambini e parla delle periferie come se fosse lui a farlo per la prima volta. E pensare che già Paolo VI andava nelle periferie romane a celebrare la messa di Natale. Senza parlare di Giovanni Paolo II. E Benedetto XVI accolse più volte in Vaticano i poveri assistiti dalle suore di Madre Teresa. Sono solo esempi. 
Ridiamo allora a Papa Francesco la sua dignità di Pontefice, smettiamo di parlare di come si veste e dove dorme e iniziamo a leggere i suoi discorsi mettendo da parte le sue battute da parroco che servono per richiamare l’attenzione. 
E vediamo su cosa davvero mette l’attenzione. 
Così forse capiremo meglio questi due anni di pontificato

(Fonte: Angela Ambrogetti, Korazym.org, marzo 2015)




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