Il noto teologo professor
Monsignor Antonio Livi, curatore dell’ autorevole sito Fides et Ratio, “demolisce”
l’esortazione apostolica post-sinodale “Amoris Laetitia” di Papa Francesco con parole chiare e
taglienti. Ma lasciamo parlare lui.
Professor
Livi, che idea si è fatto dell’ Amoris Laetitia?
“ Un
documento molto atteso per conoscere le indicazioni della Chiesa dopo i due
Sinodi dei vescovi sulla famiglia e la ridda di interpretazioni da parte dei
vescovi favorevoli al mantenimento della disciplina attuale (i cardinali
Mueller, Caffarra, Burke, Salah) e di quelli che chiedevano un cambiamento
radicale (i cardinali Schoenborg, Marx e Kasper, l’arcivescovo Forte). Ma
l’attesa di un chiarimento è stata delusa. Alcune parti del documento papale
sono caratterizzate dall’ambiguità, che genera gravissimi equivoci di
interpretazione. Lo giudico, dunque, scarsamente lineare e pertanto ha
bisogno di successivi chiarimenti. Penso che questa situazione non sia casuale,
ma cercata”.
Perchè?
“
Prima di tutto, si corre il rischio, anzi già lo abbiamo corso, di mettere a
repentaglio la dottrina cristiana circa l’ indissolubilità del
matrimonio. In quanto alla scarsa chiarezza è vero, come viene detto nel
documento, che la dottrina non cambia, ma questo è un dato solo apparente”.
Che
cosa vuole dire?
“ Che
il Papa è stato scaltro. Non ha voluto, né ha potuto alterare la dottrina, pena
l’accusa di eresia, ma ha cambiato la prassi pastorale, suggerendo ai vescovi
di decidere liberamente “caso per caso” e dunque in modo diverso da diocesi a
diocesi, da Paese a Paese. Se in vescovi di tutto il mondo facessero come
il Papa ha suggerito, perverremmo ad un relativismo di fatto, quello del
“caso per caso”: e infatti già qualche vescovo (nelle Filippine, in Germania,
ma anche in Italia, a Bergamo) afferma che si può dare la comunione al
divorziato risposato civilmente, e sostiene che lo fa già da tempo.
In sostanza, dice che ora, grazie a Papa Francesco, tutto cambia, mentre
lo stesso Papa Francesco ha scritto che non è cambiato niente. E’ una
furbata”.
Da
che cosa dipende?
“ Papa
Francesco è riuscito nel suo intento, che è sempre stato molto evidente:
basti vedere come erano stati preparati in questa direzione (con la relazione
del cardinale Walter Kasper) e poi come sono stati pilotati i due successivi
sinodi dei vescovi sulla famiglia. Questo risultato è la dimostrazione di una
Chiesa cattolica che sul terreno dottrinale è allo sbando, con il crescente
predominio dello storicismo, dell’umanesimo ateo e della teologia della
liberazione. Penso al tenore di tanti documenti e al fatto che i
consiglieri maggiormente ascoltati sono l’ eretico Kasper (un cardinale
tedesco) e l’ altro eretico Enzo Bianchi (un laico italiano),
entrambi favorevoli a un ecumenismo che in pratica è la riabilitazione di
Lutero e l’accoglimento delle istanza della sua riforma”.
E
allora?
“ La
Chiesa ha vissuto tante pagine buie, e la storia ecclesiastica narra di diverse
epoche di confusione e di scisma, persino di pontefici che con la loro
condotta di vita hanno scandalizzato. Papa Francesco certamente non lo fa con
la sua condotta personale, ma la dottrina teologica che egli favorisce, questa
sì che scandalizza, nel senso biblico del temine, nel senso che è una “pietra
di inciampo” per la fede dei semplici e disorienta le coscienze di
tanti”.
Davvero?
“
Vuole un esempio? Il fatto che oggi si parla poco o niente del peccato, che di
fatto è stato sdoganato nel nome di una misericordia senza limiti. E’ arrivato
il momento che qualche voce si levi, i cattolici non possono stare più
zitti, devono denunciare. Questa Chiesa parla sempre e solo di
misericordia, ma la dissocia dal peccato. Certamente questo rende popolari,
perchè il lassismo paga, nel senso che segue lo spirito del mondo, quello che
la gente vuol sentirsi dire”.
Immigrazione,
che cosa ne pensa?
“
Se le autorità politiche europee continueranno a seguire la linea di una
accoglienza senza limiti e priva di prudenza, rischiamo la totale
islamizzazione del Continente. E’ una grave responsabilità dell’Unione europea,
che già è nata male, perché non ha voluto riconoscere ufficialmente nel trattato
istitutivo le “radici cristiane ”. Ora sembra voler favorire l’islamizzazione
del Continente , e questo non può essere certamente favorito dalla Chiesa
cattolica. Nemmeno è giusto che le autorità ecclesiastiche critichino le
autorità civili se queste ritengono di dover proteggere la popolazione italiana
dal terrorismo islamico, magari anche chiudendo i luoghi di culto
islamici dove si predica la violenza contro i “crociati”, cioè noi cristiani.
Bisogna che le organizzazioni ufficialmente cattoliche abbiano l’ onestà
intellettuale e la serietà pastorale di finirla con il mito del “dialogo con l’
Islam”, se con questa formula vogliono intendere l’esaltazione acritica di una
religione che considera “infedeli” i cristiani. Oggi si ha la sensazione
di una Chiesa cattolica che difende maggiormente gli islamici rispetto ai
credenti. La carità è una virtù se – come tutte le virtù – rispetta l’ordine
stabilito da Dio. La carità, come insegna la Scrittura, si fa prima di tutto
aiutando le persone della propria famiglia e i propri concittadini, che
per noi sono gli italiani: altrimenti la carità con i “lontani” rischia
di trasformarsi in demagogia ed esibizionismo”.
(Fonte:
Bruno Volpe, La fede quotidiana, 16
maggio 2016)
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