Quando andavo a scuola la maestra ci insegnava che il 31 ottobre era la giornata del risparmio. Una giornata di sensibilizzazione per essere parsimoniosi e sobri, vivere bene il nostro rapporto con il denaro, non spendere oltre le nostre capacità, mettere da parte i nostri soldi per costruire qualcosa di grande. Insomma, non sperperare per le inutilità.
Poi venne la ‘finanza creativa’, per cui valeva il concetto che chi più spendeva, più aveva fortuna. Era la finanza creativa, che affermava che occorreva fare prestiti per togliersi ogni ‘sfizio’. E la cultura del risparmio divenne un retrogrado ritorno al passato. Oggi tutta la pubblicità è incentrata sul consumo a tutti i costi e chi parla di educazione alla sobrietà è tacciato di oscurantismo. Vittorio Pelligra, ricercatore di economia politica presso l’Università di Cagliari, sottolinea la necessità di ritornare alla fiducia nei risparmi.
Oggi, il problema è educativo: non insegniamo ai nostri ragazzi il bisogno del risparmio e della parsimonia. Eppure è una delle virtù. Il catechismo della Chiesa cattolica al n. 1089 recita: "La temperanza è la virtù morale che modera l’attrattiva dei piaceri e rende capaci di equilibrio nell’uso dei beni creati… La persona temperante orienta al bene i propri appetiti sensibili, conserva una sana discrezione, e non segue il proprio istinto e la propria forza assecondando i desideri del proprio cuore… Nel nuovo testamento è chiamata moderazione o sobrietà. Noi dobbiamo vivere con sobrietà, giustizia e pietà in questo mondo". Il prof. Luigino Bruni, docente di Economia Politica all’Università Bicocca di Milano, afferma: "Dietro questa crisi c'è anche una crisi morale, che riguarda anche il nostro rapporto con i beni e gli stili di vita. L'indebitarsi (negli USA ma sempre più in tutto il mondo opulento) ben oltre le possibilità reali di reddito, è una forma di doping simile a quella di cui sono preda i ‘giocatori d’azzardo’ della finanza. Indebitarsi per il consumo è atto ad altro rischio, poiché mentre l’indebitamento per un investimento è sano e naturale, fondato sull’ipotesi che se l’investimento è buono il valore aggiunto remunererà anche l’interesse bancario, indebitarsi per vacanze esotiche o case di lusso può essere un atto simile a quello di Pinocchio che, seguendo i consigli del Gatto e la Volpe, seminava denaro sperando di vederlo un domani crescere moltiplicato sugli alberi. Nessuno, ovviamente, vuol negare che entro certi limiti il debito delle famiglie possa essere virtuoso per l'economia e per il bene comune. Ma è ancora più vero che la banca che presta troppo e alle persone sbagliate non è meno incivile di quella che presta troppo poco alle persone giuste. Se banchieri e consulenti finanziari si comportano come novelli Gatto e Volpe, tutti alla fine vivranno, diversamente dalle favole, ‘infelici e scontenti’. Un’ultima considerazione. C'è un aspetto importante in tutta questa "bufera" che non viene mai sottolineato dai media. Chi in questi anni ha fatto investimenti etici (in Banca Etica, ad esempio, ma anche in tante banche cooperative) oggi si ritrova con un risultato al tempo stesso etico, economicamente vantaggioso e molto sicuro". E ancora: "Questa crisi sta rimettendo in discussione il sistema degli incentivi e dei valori in gioco, anche puramente economici. Come è avvenuto tante volte nella storia, un cambiamento climatico può determinare l'estinzione di grossi mammiferi e lo sviluppo di organismi più piccoli e agili, che nel precedente clima apparivano svantaggiati. Se questa crisi, nonostante la sua gravità e il grande dolore che sta procurando (i soldi sono importanti quando servono per poter vivere), può servire a dar vita ad un nuovo patto sociale planetario per una economia più etica, amicale e aperta alla gratuità, allora sarà stata una felix culpa. Se invece guardiamo nelle nostre comode case i dibattiti televisivi sulla crisi, alternando le notizie sui crolli di banca all’attesa per le colossali vincite all’enalotto, convinti che la colpa è soltanto dei cattivi Gatto e Volpe di Wall Streat o di Piazza Affari, allora tra qualche mese dimenticheremo tutto, e ci ritufferemo nel doping del consumo".Forse oggi non siamo più abituati al risparmio perché abbiamo voluto fare a meno della saggezza di chi consigliava una vita di ‘duro lavoro’; abbiamo ingannato i giovani dicendo che tutto si può ottenere con minimo sforzo e senza sudore; ma il risparmio è legato inscindibilmente al sudore; il sudore va a braccetto con la prudenza e la temperanza. Infatti nel lontano 1973 (altro anno memorabile di crisi economica) l’economicista e sociologo Ernst F. Schumacher scriveva molto sapientemente: "Nel contesto dell’intera tradizione cristiana, non c’è forse corpo dottrinale che sia più rilevante e appropriato alla pericolosa situazione moderna delle dottrine meravigliosamente sottili e realistiche delle quattro Virtù Cardinali: prudenza, giustizia, fortezza, temperanza… (Prudenza) significa l’opposto di un atteggiamento verso la vita piccolo, mediocre, calcolatore, che rifiuti di vedere e valutare qualsiasi cosa la quale non riesca a promettere un immediato vantaggio utilitario". (Simone Baronia, Korazym.org, 26 Ottobre 2008 )
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